Nino Rota
29-Aprile 2009 Biblioteca del Burcardo a Roma
La Siae per Nino Rota, grande musicista, nobile persona
Giornata dedicata all'omaggio di Nino Rota
Hanno partecipato per Twilight Music: Massimo Zuccaroli, Pietro Micioni, e per Radioscrigno radio Rai Dario Salvatori, Stefano Pogelli e Massimo Forleo
(Nella foto da sinistra Massimo Zuccaroli, Lina Wertmuller, Pietro Micioni)
La pubblicazione dell'opera radiofonica I DUE TIMIDI cd N. 12 della collana Via Asiago 10 uscito nel 2006 è stato ripresentato oggi 29 aprile 2009 da Dario Salvatori e Massimo Zuccaroli che ha curato, insieme allo staff della Twilight Music - Via Asiago 10, Pietro Micioni e Paolo Micioni, la pubblicazione del CD, una commedia lirica con musica di Rota e libretto di Suso Cecchi D'Amico, opera abilmente restaurata da Stefano Pogelli e Fabrizio De Carolis, una testimonianza del fervore culturale di cui la Radio di Via Asiago è ancora ricca.
Nino Rota, non solo compositore di colonne sonore, musicista, docente, simbolo del nostro cinema insieme a Federico Fellini e ai suoi film, ma anche persona di grandi doti umane, buono e disponibile verso tutti. Così è stato ricordato dai più noti nomi del cinema e della musica ieri il compositore scomparso trent'anni fa. La Giornata è stata organizzata dalla Società Italiana Autori Editori (di cui il Maestro fece parte dal 1930 fino alla morte) presso la Biblioteca Siae del Burcardo a Roma. “Con grande orgoglio la Siae ha organizzato questo incontro dedicato a un musicista indimenticabile”. Così ha esordito il Presidente della Siae, Giorgio Assumma indicando che “la Giornata per Nino Rota rientra tra le iniziative attraverso le quali si sviluppano le due linee di promozione della cultura della Siae, la prima si ispira al principio della valorizzazione dell’identità culturale contro l’appiattimento della creatività, frutto della globalizzazione e il ricordo di Nino Rota è prezioso per percorrere questa strada; la seconda linea di iniziative della Siae consiste nel coinvolgere i giovani nella consapevolezza del nostro patrimonio culturale – ha concluso il Presidente – rendendoli testimoni dell’impegno che occorre all’autore per creare opere come quelle di Rota, augurandoci che personaggi come il musicista siano antidoto benefico contro l’omologazione e che possano esserci tra i ragazzi suoi emuli”. Umberto Broccoli, nato come archeologo, Sovrintendente dei Beni Culturali al Comune di Roma, ma anche autore e conduttore attualmente per Radiouno Rai delle trasmissioni “Con parole mie” e “In Europa” (che porta la radio in teatro girando l’Italia da Nord a Sud), ha introdotto e mediato gli incontri al Burcardo. Per Broccoli “l’autore è demiurgo, dal greco 'colui che fa', 'il lavoratore senza il quale é impossibile che ogni cosa abbia nascimento', una definizione di Platone che sembra una blasfemia oggi quando molti autori ‘scalettano’, per questo occorre ricordare personaggi come Nino Rota o Ennio Flaiano (scambiato per un guerriero romano al Comune di Fiumicino) che hanno fatto la storia della cultura del ‘900 e che spesso vengono dimenticati”. “Nino si nascondeva sotto al tavolo a cinque anni per imparare il pentagramma “. Così l’ha ricordato Silvia Rota-Blanchaert, nipote del musicista, sottolineando che “oltre alla passione per la musica, la bontà era una delle qualità connotative della sua personalità”. Lo sceneggiatore Gianfranco Angelucci ha evocato, oltre al sodalizio creativo, l’amicizia tra Fellini e Rota, un binomio inscindibile di fotogrammi e note nell’immaginario degli spettatori. “Rota era l’’amico magico’, come lo chiamava il regista romagnolo, - ha detto Angelucci- tra loro si era stabilito un linguaggio quasi telepatico grazie al quale la musica nasceva dalle scene dei film del regista con immediata simbiosi. Quando Fellini seppe che Rota era morto divenne bianco come un cencio e chiese ‘cosa ne sarà del mio cinema?’ Avevano appena finito il film ‘Prova d’Orchestra’“. Per il ‘Giornalino di Gian Burrasca’ Nino Rota scrisse 70 canzoni in dieci giorni. L’ha raccontato Lina Wertmuller che ha sottolineato la pazienza e la grazia quasi settecentesca del compositore spesso interrotto al pianoforte dalle sue intromissioni. La Wertmuller ha ricordato il periodo durante il quale era aiuto regista di Fellini, che curava come una madre il suo amico Rota, sempre al suo fianco, arrivando perfino a rimboccargli le coperte dopo le lunghe serate che passavano insieme per la gestazione di film come ‘La dolce Vita’, ‘La strada’, ‘Amarcord’. Un rapporto unico, per esempio Rota seguì i consigli di Fellini che gli suggerì di utilizzare una musica dolce per la colonna sonora del film “Il Padrino- parte seconda” diretto da Coppola, una colonna sonora che gli valse l’Oscar, anche se non lo ritirò di persona (Rota aveva paura dell’aereo). E, come ha ricordato Angela Annese che ha eseguito al pianoforte alcune sue musiche indimenticabili “il premio arrivò per posta come un normale pacchetto”. Ma Nino Rota è stato autore anche di musiche per commedie e drammi come il ''Cappello di paglia di Firenze'', ''La notte di un nevrastenico'' o ''I due timidi'' e di numerose e preziose pagine strumentali e vocali da camera. (tratto dal sito www.siae.it)
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