Il progetto Cadence nasce a metà degli anni 80, nell’ambito del team dei fratelli
Micioni con la collaborazione di tre session man tra i più quotati dell’epoca:
Il primo è
Agostino Marangolo, che tra le tante collaborazioni vanta quella come batterista nell’album
“Nero a metà” di Pino Daniele; inoltre all’inizio degli anni 70, insieme al fratello Antonio e al cugino Carlo Pennisi dà vita a due tra i gruppi più rappresentativi del rock progressive d’avanguardia i
Flea e gli
Etna. Alla fine degli anni 70, la partecipazione alla batteria della band Goblin per l’album “Profondo rosso”, lo consacra tra i protagonisti della musica prodotta in Italia.
Chitarrista del progetto è invece
Carlo Pennisi, considerato il più quotato e più richiesto session man d’Italia. Il suo modo di suonare è stilisticamente molto vicino a quello di
Steve Lukather e difatti, nell’album dei Cadence, i riferimenti alle sonorità dei Toto non sono affatto celati.
Infine
Diane Cohob, una valida vocalist americana ospite per molti anni del nostro paese.
È in Finlandia e negli altri paesi scandinavi che l’album trova il maggior successo: qui scala le vette delle classifiche fino a conseguire il disco d’oro. Negli altri paesi resta ancora una piccola perla per una certa nicchia di collezionisti.