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Domenico Modugno
Nel 1958 tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, per la prima, ultima e unica volta canta ad una sola voce la stessa canzone, in italiano: è un urlo, "Volare....oh oh...cantare...oh oh oh oh...", e non c'è bisogno di nessuna traduzione.
E così un trentenne pugliese, che fino ad allora ha avuto un modesto successo in Italia come cantante ed attore, Domenico Modugno, diventa, con la vittoria al Festival di Sanremo, il più noto cantante italiano nel mondo, e la sua "Nel blu dipinto di blu" (questo il titolo originale, anche se negli U.S.A. il 45 giri si intitolerà "Volare") diventa la canzone italiana più conosciuta dopo "'O sole mio".Domenico Modugno era nato il 9 gennaio 1928 a Polignano a Mare (dove ora gli è stata dedicata una via), provincia di Bari, in piazza Minerva 5 (oggi piazza Caduti di via Fani), da Vito Cosimo Modugno, brigadiere dei carabinieri, e Pasqua Lorusso; aveva due fratelli maschi, Vito Antonio detto Tonino e Giovanni detto Giannino, ed una sorella, Teresa, e sin da piccolo in famiglia era chiamato Mimì. Nel 1935 il padre fu trasferito a San Pietro Vernotico, in provincia di Brindisi: Mimmo iniziò ad andare a scuola, e contemporaneamente imparò il dialetto vernacolo sanpietrano che, come molti dialetti del brindisino (ad esempio il sanvitese di San Vito dei Normanni), può ricordare il siciliano; in questo dialetto scrisse le sue prime canzoni. Nell'adolescenza imparò a suonare la chitarra e la fisarmonica, e nel 1945 scrisse le sue due prime canzoni, che non incise mai: "E la luna fra le nubi che sorride al mio dolore" e "Il treno che fischia".
Scrisse anche alcune poesie, che fece stampare dal padre tipografo del suo amico Guglielmo Centonze. Nel frattempo frequentò l'Istituto di Ragioneria a Lecce. Nel 1947 si trasferì a Torino per cercare fortuna, e lavorò prima come cameriere e poi come apprendista gommista alloggiando in una baracca in affitto. Nel 1949, dopo il servizio militare effettuato a Bologna, si lasciò crescere i baffi. In questo periodo iniziò ad esibirsi come suonatore di fisarmonica in feste di paese, improvvisando anche canzoni in finto inglese. La vita di paese gli andava stretta, e decise perciò di trasferirsi a Roma, dove i primi tempi alloggiò presso il convento dei frati camaldolesi al Celio; si iscrisse al Centro Sperimentale di Cinematografia, alla scuola per attori, riuscendo anche a vincere una borsa di studio da cinquantamila lire al mese, e conoscendo una giovane aspirante attrice siciliana, Franca Gandolfi, che diventò poi sua moglie il 26 giugno 1955.
La sera iniziò ad esibirsi al Circolo Artistico di via Margutta, con un repertorio di canzoni in dialetto brindisino di sua composizione (come "Gatto nero" e "Asinello ubriaco") e di brani popolari. La sua prima comparsa la effettua nel 1949 nel film I pompieri di Viggiù; nel 1951 appare in Filumena Marturano. Nel 1952 è "attore giovane" in teatro ne Il borghese gentiluomo di Molière (Compagnia Tatiana Pavlova) e prende parte ai film Anni facili di Zampa (1953) e all'episodio La giara con Turi Pandolfini e Franca Gandolfi, del film di Giorgio Pastina Questa è la vita (1954). Ottenuto l'attestato del Centro Sperimentale di Cinematografia nel 1953, continuò a fare la comparsa in alcuni film: il suo sogno era recitare, anche se continuava ad esibirsi come musicista.
Nel film "Carica eroica" di De Robertis, dovendo interpretare il ruolo di un soldato siciliano che deve far dormire un bambino, Modugno cantò una canzone popolare di San Pietro Vernotico, "Ninna nanna": questo brano gli aprì le porte della radio, ed alla trasmissione "Trampolino" presentò la canzone, apprezzata dal direttore del secondo canale, Fulvio Palmieri, il quale gli propone di ideare e condurre una trasmissione musicale in quattro puntate.
Modugno coinvolge la Gandolfi e così, all'inizio del 1953, conduce Amuri...amuri..., trasmesso dal secondo canale radiofonico alle 22, in cui esegue una canzone in ogni puntata, proponendo brani che inciderà in seguito, come La cicoria o La barchetta dell'amore.
Nacque in quei giorni la leggenda del Modugno siciliano: infatti molti scambiarono il dialetto brindisino di questa e di altre canzoni come siculo, ed il cantautore, almeno in quel periodo, non smentì (attirandosi l'astio dei compaesani). Nel maggio 1953 Frank Sinatra è ospite di una puntata di Radioscrigno, programma radiofonico condotto da Guido Notari, durante il quale Modugno esegue Ninna nanna, che viene molto apprezzata da Sinatra, che chiede una registrazione della canzone. L'ultima apparizione cinematografica prima del successo nel mondo della musica fu nel 1955 ne Il Mantello Rosso di Giuseppe Maria Scotese; continuò tuttavia a recitare anche successivamente. Fu alla fine del 1953 che Modugno ottenne un contratto discografico con l'RCA Italiana, con cui iniziò a pubblicare i primi dischi a 78 e a 45 giri, con canzoni composte in dialetto pugliese e siciliano, ispirandosi difatti al folklore di queste due regioni: minatori, pescatori, storie d'amore di pesci spada innamorati, fedeli fino alla morte nel massacro della tonnara, di cavalli diventati ciechi e spinti a morire nel gran sole rovente dopo il buio delle miniere, questi erano i personaggi delle sue prime canzoni che destarono e destano tuttora interesse presso la critica.
Il primo disco pubblicato nel 1954 è un 78 giri che contiene due brani, Ninna nanna e La cicoria (quest'ultima cantata con Franca Gandolfi), che erano stati presentati nella trasmissione condotta da Walter Chiari "Controcorrente". I genitori si separarono in quello stesso anno, poiché il padre aveva da tempo un altro amore: la madre abbandonò la Puglia e venne a Roma con il fratello Vito Antonio, che iniziò a fargli da manager; l'altro fratello Giannino restò a San Pietro Vernotico a fare il carrozziere, mentre il padre morì poi suicida anni dopo, sparandosi quando gli venne diagnosticato un male incurabile. In questo periodo pubblica altri dischi per la RCA, con brani che verranno riscoperti in seguito, come La donna riccia, La sveglietta, Lu pisci spada e Vecchio frack, forse la sua canzone più riuscita, che gli procura il primo problema con la censura: infatti il verso Ad un attimo d'amore, che mai più ritornerà gli viene fatto cambiare in Ad un abito da sposa, primo ed ultimo suo amor. Spesso le canzoni di questo periodo si rifanno tradizione popolare e dei cantastorie, che furono del resto la sua prima esperienza musicale, come egli stesso ha dichiarato.
Nel 1956, con il cambio di casa discografica ed il passaggio alla Fonit Cetra, riesce a debuttare come autore al Festival di Sanremo: la sua Musetto, già incisa in precedenza dall'autore, viene infatti presentata alla manifestazione da Gianni Marzocchi e si classifica all'ottavo posto.
Dello stesso anno è Io, mammeta e tu, che contribuisce a far circolare il nome del cantautore.
Nel 1957 partecipa al Festival di Napoli in coppia con Aurelio Fierro, con Lazzarella, scritta insieme all'amico Riccardo Pazzaglia, che riscuote un buon successo come del resto la canzone inserita sul retro del disco, Strada 'nfosa: mentre il brano sul lato A è spensierato ed allegro, quest'ultima canzone invece, raccontando la fine di un amore, ha una melodia triste ed accorata.
Alla fine dell'anno Modugno ha un altro problema con la censura: infatti alcuni versi del testo della sua Resta cu' mme vengono giudicati scandalosi, ed il cantautore deve così cambiare Nun me 'mporta dô passato, nun me 'mporta 'e chi t'ha avuto in Nun me 'mporta si 'o passato, sulo lacreme c'ha dato; ma, a parte questa disavventura, l'anno è stato positivo, ed ha preparato il terreno per l'esplosione del 1958. Divenne di seguito uno dei protagonisti della musica leggera italiana ed internazionale quando, con Nel blu dipinto di blu, trionfò al Festival di Sanremo del 1958 insieme a Johnny Dorelli. La canzone arrivò terza all'Eurofestival e vinse nel 1958 due Premi Grammy (fu per molti anni l'unico a vincere un tal premio per una canzone italiana), uno come disco dell'anno e uno come canzone dell'anno 1958. Anche il Cash Box Bilboard gli conferì l'Oscar per la migliore canzone dell'anno e ricevette in dono dalle industrie musicali tre dischi d'oro, uno per il migliore cantante, uno per la migliore canzone e uno per il disco più venduto.
Il testo di questa canzone fu scritto insieme a Franco Migliacci, con il quale cooperò in molti momenti della carriera, giungendo ad altri risultati di successo come Addio... addio....
I racconti sulla nascita del testo da parte degli autori sono contrastanti e variano a seconda della ricostruzione del momento: Gianni Borgna li ha raccolti, e così si scopre che i primi tempi Modugno sosteneva che l'idea del ritornello Volare, oh oh gli era venuta una mattina osservando il cielo azzurro dalla finestra della sua casa di piazza Consalvo a Roma, mentre Migliacci invece affermava che l'idea era venuta a lui, osservando il quadro Le coq rouge di Marc Chagall, e che solo in seguito ne aveva parlato al cantautore pugliese. In seguito, poi, Modugno affermò che, trovandosi a passeggiare nei pressi di Ponte Milvio, uno dei due avrebbe pronunciato il verso < >, e da lì si sarebbe poi sviluppato il resto del testo. Ultimamente, però, Migliacci ha cambiato versione, sostenendo che la canzone sia nata dopo un incubo notturno; è evidente che è impossibile capire quale sia la verità sulla nascita del testo, ma sulla musica, scritta dal solo Modugno, tutti sono d'accordo nel riconoscerne la carica innovativa e di novità, almeno col senno di poi, visto che, subito dopo l'esibizione sanremese molti musicisti non esitarono a criticarne la melodia (Gorni Kramer, ad esempio, affermò: <>). Modugno ha partecipato a 11 Festival di Sanremo vincendo quattro volte (record che detiene assieme a Claudio Villa): nel 1958 con Nel blu dipinto di blu, nel 1959 con Piove sempre in coppia con Johnny Dorelli, nel 1962 in coppia con Claudio Villa con Addio... addio... e nel 1966 con Dio, come ti amo assieme a Gigliola Cinquetti. Nel 1960 si è classificato secondo assieme a Teddy Reno con Libero. Ha partecipato a tre edizioni dell'Eurofestival (1958, 1959 e 1966) classificandosi, con le stesse canzoni portate a Sanremo, rispettivamente terzo, sesto e diciassettesimo (ultimo). Nel 1964 ha vinto il Festival di Napoli con Ornella Vanoni con la canzone Tu si' 'na cosa grande. Nel 1961 dopo un anno di inattività per un incidente avuto, debuttò come protagonista nella commedia musicale Rinaldo in campo di Garinei e Giovannini, di cui compose anche tutte le musiche e che fu definito: "Il più grosso successo teatrale di tutti i tempi avvenuto in Italia", registrando record d'incassi mai raggiunti in questo campo. Attore teatrale e cinematografico, recitò anche Liolà, tratta dalla celebre opera di Luigi Pirandello.
Per il cinema realizzò come autore-attore il film autobiografico Tutto è musica (1963), mentre dal 1973 al 1976 fu Mackie Messer nell'Opera da tre soldi di Weill-Brecht, diretta da Giorgio Strehler. Nel 1974 vinse il Premio Tenco, che è la prima rassegna della canzone d'autore di Sanremo.
Per la televisione recitò nel 1965 nello sceneggiato Scaramouche di Daniele D'Anza: la sigla di questo telefilm, L'avventura, divenne una delle sue canzoni più celebri.
Nel 1968 ritornò alla RCA Italiana, la casa in cui aveva esordito, e proprio di questo periodo è una raccolta famosa in sei dischi, Tutto Modugno del 1972, e album come Con l'affetto della memoria e Il mio cavallo bianco. Nel 1974 divorziò nuovamente dal questa etichetta e tornò alla Curci, nel frattempo trasformata in Carosello, con cui incise 11 singoli e 3 album; nel 1983 però lasciò anche questa casa e passò alla Panarecord (questo sodalizio non durerà molto).
Domenico Modugno fu colpito da un ictus nel marzo 1984 durante le prove della trasmissione di Canale 5 La Luna del Pozzo e fu costretto a lasciare l'attività artistica, per una semi-paralisi. Nel 1986 cominciò a dedicarsi alla vita politica nel Partito Radicale, e nel 1987 fu eletto deputato, e mise in campo una vera e propria battaglia per l'ospedale psichiatrico di Agrigento in cui i malati vivevano in condizioni disumane, nel 1988 fece chiudere l'ospedale, e dedicò ai ricoverati un concerto, che fu il primo dopo la malattia. Nel 1990 fu eletto sempre ad Agrigento consigliere comunale, nel 1993 ritornò alla musica per l'ultima volta con la canzone Delfini insieme a suo figlio Massimo. Morì il 6 agosto 1994 a Lampedusa nella sua casa sul mare stroncato da un'infarto.
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