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ANNO RILASCIO |
2006 |
SUPPORTO |
CD |
LABEL |
Via Asiago, 10 |
VOLUMI |
1 |
Nr. CATALOGO |
12 |
DOWNLOAD |
€ 10,99 |
BARCODE |
8032732535309 |
ACQUISTO |
€ 14,00 |
“La musica contemporanea non è una sola”.
Ammoniva anni fa Fedele d’Amico. Quasi inascoltato, a dire il vero.
Anni in cui la locuzione musica contemporanea in Italia si adoperava come sinonimo di Neue Musik, cioè musica nata da quel movimento di rifondazione globale del fare musicale a partire dalle esperienze di Schoenberg e più precisamente dalla lezione del suo allievo Anton Webern. Quindi alcuni autori (quelli passati al setaccio del cosiddetto post-webernismo) avevano l’appellativo “contemporaneo” stampato sul passaporto e altri invece no.
Nino Rota (Milano 1911 – Roma 1979), allievo di Casella e totalmente estraneo ai turbamenti delle neo-avanguardie vive, lavora e si afferma in siffatto contesto. La fama del compositore è legata, come tutti sanno, alla sua collaborazione con Federico Fellini per il quale ha scritto le colonne sonore di quasi tutti i film.
Diversamente da Ennio Morricone, Rota non vive come una contraddizione lacerante il rapporto tra musica da film e musica “pura”, per così dire.
Le idee musicali di Rota, infatti, scorrono a volte senza soluzione di continuità dal pentagramma destinato alla pellicola a quello pensato per un’opera o concerto o una sinfonia. L’approccio musicale, l’estetica, diciamo, è la medesima. Rota non sembra patire affatto dei problemi provocati dal cercato compromesso tra ricerca musicale moderna e gusto dominante, a volte corrivo, del pubblico. Rota, insomma, è sempre se stesso.
Questo disco ripropone la versione integrale dell'opera I Due Timidi (1950). Un'opera di cui il modello è chiaramente il pucciniano Gianni Schicchi (1918). Già il toscano aveva capito che la consunta attrezzeria musicale del melodramma doveva, per sopravvivere, abbandonare la tragedia (anzi: il dramma piccolo borghese delle sue sventurate eroine) per accostarsi alla commedia o alla favola (Turandot).
In parte è come se la tonalità, la sua retorica, il suo lessico, abbia dovuto, con l’andare del tempo, rifugiarsi in categorie sempre più umili: dal Mito al grande affresco epico, dal romanzo patriottico alla commedia borghese fino allo schizzo domestico (come in Schicchi e come nei Timidi) per approdare alla canzonetta popolare e alla pubblicità.
Generi e mondi che hanno convissuto in tutte le epoche ma che emergono nel tempo alternativamente con maggiore evidenza come campi di azione e di interesse del pubblico. Le cose cambiano: anche l’amore, e il percorso che porta da Tristano e Isotta a I due timidi lo dimostra con un’evidenza fino troppo esemplare.
Con questo lavoro siamo proprio al fatterello di quartiere tratteggiato con quella malvagia grazia che tanto ricorda i fulminanti bozzetti di Novello. Quadri di un’Italietta provinciale dove in nome della rispettabilità borghese si sacrifica felicità e intelligenza.
Di primissimo piano anche gli interpreti della Sonata per viola e pianoforte (1934-35, successivamente revisionata nel 1970) divisa nei tempi Allegro moderato, Adagio, Allegretto mosso Allegro che qui ascoltiamo con William Primorose, il più noto violista dell’epoca con il pianista David Stimer in una registrazione del 1953.
Meno conosciuta dal grande pubblico la musica cameristica di Rota impegnava frequentemente il circolo di amici e allievi del Conservatorio di Bari e comprende molti titoli: dai pezzi per pianoforte (15 Preludi) a quelli per flauto, clarinetto, fagotto, violino oppure oboe e pianoforte, ai trii, ai pezzi per strumenti diversi (organo, arpa).
Tratto da: "presentazione al N°12 di Michele dall'Ongaro"
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