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ANNO RILASCIO |
2007 |
SUPPORTO |
CD |
LABEL |
XXI Musicale |
VOLUMI |
1 |
Nr. CATALOGO |
TWI CD 07 02 |
DOWNLOAD |
€ 9,99 |
BARCODE |
8032732535385 |
ACQUISTO |
€ 14,00 |
Questo disco riprende un progetto musicale
iniziato con Elettronica Italiana Vol. I, ma con nuove composizioni elettroacustiche, con nuovi compositori. Elettronica Italiana Vol. II è una produzione XXI Musicale. Da tempo si avvertiva la necessità, quasi l’urgenza, di dare testimonianza di tutte quelle voci, e sono tante nel nostro paese, che da anni operano nell’ombra fra le altre voci della nostra musica. Parliamo di voci importanti e di alto livello che chiedono e meritano una presenza nel mondo musicale, in quello delle idee e dunque anche nel mercato discografico. Varare una collana dedicata alla musica elettronica, e non solo, ci sembra un’operazione importante perché di questo tipo di musica in Italia se ne produce tanta e di prestigio internazionale. Basterà leggere i curricula dei compositori presenti nei CD per rendersene conto.
Ventunesimo musicale nasce dunque dalla volontà di mettere in circolazione ciò che in Italia si produce allo stato dell’arte nel campo elettroacustico e ha come scopo quello di creare una comunità e un pubblico che possano incontrarsi (o scontrarsi) sul terreno dell’ascolto e della fruizione delle idee. La musica elettronica, infatti, proprio per il suo essere così ricca di approcci e tipologie strumentali più vari possibili, paradossalmente chiede uno spostamento della nostra attenzione percettiva verso l’ascolto e le idee più che verso i mezzi impiegati; in questa direzione mi piacerebbe poterla chiamare non musica elettronica ma “musica acustica”, cioè una musica che reca con sé un invito implicito a concentrarsi sul suono più che sulla nota musicale. Sebbene la nota (la notazione) sia una delle più grandi invenzioni della musica occidentale è giunto un momento in cui il codice nota non basta più a descrivere l’evoluzione acustica dei fenomeni sonori che molti compositori mettono in moto, soprattutto se si fa ricorso a mezzi di produzione non tradizionali. Questo problema fu intravisto già da Varèse all’inizio del secolo scorso. Siamo dunque nuovamente in un’epoca primitiva in cui il concetto di notazione ha dovuto necessariamente essere espanso nei principi e nelle funzionalità, e non solo per quanto riguarda la musica prettamente elettronica. Le “avventure” della notazione nel ’900 sono ben note (e le proposte più interessanti sono sempre state quelle che hanno avuto alla base un’idea musicale e non solamente un segno); le “partiture” elettroniche, che nella maggior parte dei casi contengono più delle proposte di notazione che nuove regole generali, ne sono una testimonianza complessa che va approfondita. Spesso chi crea musica con suoni elettronici agisce su parametri che non sono facilmente annotabili o gestibili in una partitura grafica uniformabile. Siamo forse di fronte a una ri-nascita della figura del compositore/esecutore, a una composizione di questo conflitto/dualità tipico della musica occidentale? Siamo tornati ai primordi della musica o in quelle epoche in cui la prassi strumentale suggeriva nuove soluzioni? L’eccessiva distanza e astrazione rispetto al suono e al gesto strumentale è stata una delle maggiori critiche rivolta a gran parte della musica contemporanea, cosa ci porterà il futuro? Il computer sta veramente diventando “lo strumento” musicale del XXI secolo così come lo fu il pianoforte nell’800? E da questa ritrovata “immediatezza” nella prassi esecutiva che tipo di musica o concerto (se ancora ha un senso questa parola) si svilupperà? Che senso ha il concetto di strumento musicale in un’epoca in cui si possono creare degli strumenti virtuali, tramite ad esempio i modelli fisici, le cui caratteristiche possono essere abnormi o irrealistiche? Gli strumenti che il compositore di computer music costruisce per sé e per gli altri che vita avranno, si imporranno per la loro flessibilità, apertura e potenzialità o saranno consumati unicamente per una singola opera per essere ricostruiti da zero a ogni nuovo brano? Il concetto di strumento virtuale amplia l’idea stessa di strumento e ci porta verso la progettazione di ciò che definirei veri e propri strumenti di pensiero musicali le cui potenzialità spetta a noi creare.
Siamo dunque agli albori di un’epoca nuova (ma già con qualche decennio di storia) in cui i mezzi che vengono utilizzati sono in rapida e spesso sostanziale trasformazione. L’intento con cui portiamo avanti questa avventura è quello di essere il più possibile rappresentativi del panorama della musica elettroacustica italiana, vivo e vivificante. L’operazione non è facile ed è ovviamente utopica ma speriamo di riuscire a condurla insieme alla comunità di persone che vuole darle credito, ascoltarla e parteciparvi. |