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ANNO RILASCIO |
2008 |
SUPPORTO |
CD |
LABEL |
Via Asiago, 10 |
VOLUMI |
1 |
Nr. CATALOGO |
TWI CD AS 08 45 |
DOWNLOAD |
€ 11,99 |
BARCODE |
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ACQUISTO |
€ 14,00 |
Forse la vera storia della Dolce Vita non è stata interamente scritta. Cinquant’anni dopo, la ricostruzione
dei fatti presenta vuoti e sorprese. Nel nostro disco abbiamo cercato di ricostruire quell’atmosfera con l’aiuto di una
documentazione a dir poco straordinaria, in cui sfilano alcuni dei protagonisti di quella indimenticabile stagione.
Si apre con un’intervista a Renzo Cipriani, direttore del “Caffè Strega” (che unitamente a “Rosati” fu
tra i primi luoghi storici a scomparire) per arrivare al delizioso italiano di Audrey Hepburn (con un omaggio
personale di Armando Trovajoli e versi recitati da Riccardo Cucciolla), fino al borbottante Maurizio
Arena, personaggio fondamentale della strada, prima cameriere e poi star. L’attore romano sperava nel
ruolo di Marcello Mastroianni, ma alla fine ammette ridendo che “tirava un ponentino…”. Ecco Anitona, in
Italia dal 1955 per “Guerra e pace”, Abbe Lane e Xavier Cugat, Tazio Secchiaroli, re dei paparazzi, “scimmiette
urlanti,” che introducendo la tecnica del fotografo che fotografa il collega alle prese con il personaggio
di turno, al di là degli scatti taroccati, seppero creare un’industria del pettegolezzo che ancora prospera.
E naturalmente, colti al volo al Teatro di Cinecittà dove venne ricostruita la strada, Federico Fellini e
Marcello Mastroianni, il quale ammette : “Si lavora in un clima di confusione e di entusiasmo, molto corri-
spondente al clima del film che vogliamo ricostruire. C’è molta mollezza in tutti noi. Un disfacimento totale,
ma dolce, sempre vivendo allegramente.” La musica è di primissima qualità, offerta dai protagonisti del
momento, ovvero da quei musicisti che, pagatissimi, animavano i locali notturni della zona, dal “Capriccio”
al “Club 84”, dalla “Rupe Tarpea” al “Pipistrello”, intervistati da Lello Bersani, cronista ma anche testimone
di quelle notti. Ecco Fred Buscaglione che spiega il segreto della sua voce: “Le sigarette? Non è vero che
ne fumo ottanta al giorno, sono solo cinquanta. I whisky? Quelli sono un po’ di meno...non tanti di meno”.
L’inarrivabile Marino Barreto che precisa: “Scrivo le mie canzoni, ma non sono un cantautore. Alt. Sono un
musicista. Ci tengo. C’è differenza.” C’è la chitarra di Franco Cerri, l’unico del gruppo ad andare a letto presto,
assecondato da Enzo Jannacci al piano, Corrado Lojacono alle prese con il suo brano più noto,
Carina, qui in versione swing, al pari dell’inconfondibile timbro vocale di Nicola Arigliano in Amorevole con
l’orchestra di Mario Bertolazzi. Grande animatore di quelle serate fu Carlo Loffredo, trascinatore di svariate
e irriducibili formazioni jazzistiche, qui presente con due classici del jazz, Beale Street Blues, del patriarca
del blues William Handy, e Qualcuno ha preso la mia ragazza, traduzione letterale di Somebody Stole
My Gal (fra le tante versioni, Carlo Loffredo sembra ispirarsi a quella di Eddie Condon, il quale utilizzava
una chitarra a quattro corde con un sound molto acuto). La Seconda Roman New Orleans Jazz Band diretta
dal contrabbassista romano è presente anche con Personalità, cover accelerata della celebre Personality
di Lloyd Price, lanciata in Italia da Caterina Valente. Miranda Martino era una preda dei fotografi e il suo
fidanzato di allora, Ivano Davoli, una sorta di alter ego del personaggio interpretato da Mastroianni nel film.
Ma qui è nelle vesti di notevole cantante con l’orchestra diretta da Mario Migliardi. Marcello De Martino,
con l’orchestra dei Ritmi Moderni della Rai, esplora Broadway, mentre il più giovane di tutti, Peppino Di
Capri, si sentì offrire un ingaggio decennale dal “Club 84”, storico night di via Emilia dove soggiornava
spesso. (Fra l’altro, fu proprio in questo locale che un alticcio Marlon Brando con un maglione bianco a
collo alto inaugurò il gesto di presentarsi nei locali senza giacca e cravatta, tenendo a battesimo il famoso
capo d’abbigliamento che prese il nome dal film). Infine, l’orchestra di Bruno Martino, forse la formazione
più nota, oltre che quella ad ottenere il cachet più alto. Un’autentica “all stars”, con lo stesso leader al
piano, il co-autore Bruno Brighetti al vibrafono (ma talvolta anche alla batteria, alla fisarmonica, al trombone
e alle tumbe), Carlo Pes alla chitarra, Luciano Ventura al contrabbasso e Ole Jorgensen alla batteria.
Un clima di euforia che pervade tutto il disco, brano dopo brano, intervista dopo intervista: sembra bandito
il malumore, la malinconia, il pensiero triste. Che sia stato anche questo il segreto di una stagione indimenticabile?
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